Gael Buzyn, Senior Director dell’Audi Design Loft a Malibu, ha progettato il nuovo Audi skysphere concept attraverso un processo virtuale. Cosa rappresenta per un designer questo tipo di cambiamento?
Audi skysphere concept: La vettura qui menzionata e mostrata è una concept car e non è disponibile come modello di serie.
Gael Buzyn è Senior Director dell'Audi Design Loft di Malibu, nella California meridionale.
Gael Buzyn è Senior Director dell'Audi Design Loft di Malibu, nella California meridionale.
Gael, lei ha progettato la nuova concept car sfruttando soltanto la tecnologia digitale. Ha fatto a meno dei modelli in argilla?
Quasi, questo era il piano. Ma è sempre bene poter vedere la vettura in scala, prima che vada in produzione. È importante controllare su un modello in argilla se le proporzioni sono corrette. Ad esempio, quando abbiamo analizzato Audi skysphere concept con gli occhiali VR abbiamo avuto la sensazione che sembrasse un po' troppo schiacciata. Abbiamo quindi deciso di far fare rapidamente una fresatura in argilla, a Ingolstadt, in modo tale che Marc Lichte potesse dare un’occhiata. Ci ha dato il suo feedback e abbiamo aggiunto un po' di spazio sopra la testa dei passeggeri. Ma l’unico motivo per cui abbiamo utilizzato il modello in argilla è stato, appunto, per la verifica delle proporzioni. Quando si tratta di affinare le linee e i profili, infatti, non lavoriamo più a mano come una volta. Insomma, l'intero sviluppo del progetto è stato realizzato digitalmente.
Nel mondo digitalizzato di oggi, il processo di progettazione virtuale rappresenta una naturale evoluzione?
Per quanto mi riguarda, non c'è dubbio che questa sia la strada da percorrere in futuro. Il risparmio in termini di tempo e denaro è innegabile, ma la cosa migliore, soprattutto per noi dello studio di Malibu - che è uno studio succursale - è che possiamo incontrarci insieme a Marc Lichte intorno a un modello digitale, nonostante ci siano decine di migliaia di chilometri che ci separano.
Questa possibilità di per sé è un enorme vantaggio, poiché non abbiamo più la necessità di produrre un modello negli Stati Uniti e poi inviarlo a Ingolstadt per la valutazione: l'intero processo può essere eseguito online, istantaneamente.
Un altro vantaggio della digitalizzazione è che si lavora al progetto ininterrottamente. Durante il giorno facciamo la nostra parte in California e poi inviamo i dati in Europa. Mentre per noi è notte, a Ingolstadt è giorno e i dati vengono valutati, presentati o sviluppati. In questo modo, quando ci svegliamo, le risposte o i feedback sono già disponibili. Penso che questa sia la strada da percorrere: comprime budget e tempi.
Ci spiega come funziona il processo di progettazione digitale?
In genere cominciamo realizzando schizzi alla vecchia maniera, ma questo passaggio rappresenta solo una fase estremamente breve del processo, e dura pochi giorni. Passiamo quindi direttamente ai nuovi strumenti digitali, che ci consentono di esprimere la nostra visione disegnando in 3D. Dopo qualche altro giorno di lavoro con i nostri talentuosi operatori 3D, indossiamo i nostri occhiali VR e discutiamo con Marc di volumi e proporzioni. È fantastico per me vedere quanto risulti naturale, per i giovani designer, lavorare con i modelli 3D, con cui possono esprimersi alla perfezione.
"Il guadagno in termini di tempo e denaro con il processo di progettazione virtuale è innegabile".
"Per noi, vedere diventare realtà ciò che creiamo è sempre un momento magico".
"Il guadagno in termini di tempo e denaro con il processo di progettazione virtuale è innegabile".
"Per noi, vedere diventare realtà ciò che creiamo è sempre un momento magico".
Gael Buzyn
Quali sono le principali differenze tra il processo di progettazione digitale e quello tradizionale?
Esagererei se dicessi che non ci sono differenze. C'è qualcosa di estremamente artistico nella modellazione a mano, consideriamo sempre i modellatori di argilla come scultori. Ci sentiamo un po' come degli artisti che lavorano con loro su un modello in argilla. Tuttavia, questa è una nuova epoca in cui abbiamo scoperto che anche lavorare digitalmente può essere artistico. Man mano che le nostre abilità nella progettazione digitale aumentano, il sentimento artistico comincia a tornare.
Inizialmente pensavo che, con la progettazione digitale, questo sentimento sarebbe scomparso, ma ho capito che non è così, il che è rassicurante. Non abbiamo più le dita piene di argilla, ma comunque non abbiamo perso il piacere di realizzare un progetto a mano.
Audi attribuisce sempre grande importanza alle proporzioni nel design delle vetture. È stato un grande cambiamento per lei valutare questo aspetto solo attraverso la realtà virtuale?
È sicuramente stato necessario un periodo di apprendimento e inizialmente - a dire il vero - è stato abbastanza impegnativo. I primi occhiali VR avavano una bassa risoluzione e, non essendo abituati al mondo virtuale, raggiungere il bilanciamento delle proporzioni non è stato facile. Tuttavia, gli strumenti digitali sono migliorati sempre di più e anche noi abbiamo imparato a utilizzarli. Sì, il principale ostacolo nel passaggio alla tecnologia digitale è stato probabilmente il fatto che dovevamo imparare a utilizzare questo nuovo strumento.
Per un designer è importante poter toccare fisicamente il proprio progetto?
Certamente. Alla fin fine si tratta del progetto di un oggetto fisico che si inserirà all’interno del mondo reale, perciò niente può sostituire il fatto di vedere un progetto nella realtà. In particolare è vero per i progetti in serie, per cui designer e ingegneri si trovano a dibattere per differenze di pochi millimetri. Dubito che saremo in grado di rinunciare a questa fase finale del processo di sviluppo progettuale. Per noi, vedere diventare realtà ciò che creiamo è sempre un momento magico.
Gael Buzyn
Quali sfide ha dovuto affrontare nel progettare virtualmente questa concept car?
Nel complesso la progettazione è risultata abbastanza fluida, si sono presentati solo alcuni piccoli problemi. Ad esempio, volevamo che un bordo sul paraurti posteriore di Audi skysphere fosse ben visibile. Nella realtà virtuale il bordo appariva molto pronunciato, mentre è risultato poco visibile una volta prodotto. Cose del genere possono accadere, ma non rappresentano grosse problematiche. Ogni volta che creiamo un nuovo set di dati, possiamo imparare da questi piccoli errori e regolare il nostro processo di conseguenza.
La progettazione esclusivamente digitale è adatta solo per le concept car o anche per veicoli di serie?
Il processo digitale funziona in entrambi i casi. Per le auto di serie dedichiamo più tempo ai modelli in argilla poiché il loro sviluppo comporta complessi parametri di fattibilità e di produzione di massa, che influiscono inevitabilmente sulle superfici di progettazione. Questa parte del processo può essere valutata meglio su un modello, in quanto i cambiamenti sono numerosi e quasi impercettibili. Tuttavia, il processo digitale è praticamente identico, così come i vantaggi: guadagniamo tempo e risparmiamo denaro.
Ricordo che, all'inizio della mia attività come designer, lavoravamo sugli schizzi per molti mesi, prima di essere selezionati e avere la possibilità di lavorare su un modello in scala. Oggi è molto diverso: si realizzano schizzi solo per un paio settimane prima di scegliere quali temi di progettazione saranno sviluppati in CAD. Anche questo passaggio richiede solo un paio di settimane a seguito delle quali si possono già confrontare i diversi disegni in VR 3D o farli fresare in scala reale in argilla se necessario.
Questo è il punto di forza del processo digitale.
Quali sono i vantaggi o gli svantaggi del processo virtuale in termini di progettazione incentrata sulla persona?
Un processo di progettazione digitale, di per sé, pone la persona al centro dell’idea, poiché nel mondo virtuale è possibile simulare, ad uno stadio iniziale, il tipo di esperienza che il veicolo offrirà. Ciò avviene, ad esempio, collocando l'auto nel suo ambiente naturale, applicando materiali sulle superfici esterne e interne e proiettando l'interfaccia digitale sugli schermi. Pertanto, in questa fase noi designer sperimentiamo il veicolo esattamente per come lo vivrà cliente.
Quando ero un giovane designer in Volkswagen, solitamente rivestivamo gli interni dei modelli di argilla in scala 1:1 con i materiali reali. Addirittura, il legno che usavamo era dipinto a mano da un artista che precedentemente si occupava di restauri di chiese in Italia. Era un lavoro enorme. Oggi, invece, i designer possono presentare i loro progetti in forma digitale, includendo a priori tutti i materiali, i dettagli, gli ambienti e le illuminazioni, riuscendo a generare effetti realistici. È incredibile ciò che riescono a produrre in poco tempo. Questo processo è stato particolarmente utile per lo sviluppo di Audi skysphere, in cui si trattava di differenziare due esperienze distinte in un’unica auto. Lavorare in maniera digitale ci ha aiutato molto in quel caso.
"Imparare a utilizzare i nuovi strumenti digitali è stato probabilmente il principale ostacolo nel passaggio alla tecnologia digitale".
"Con l'Audi skysphere abbiamo creato qualcosa di magico, bello ed elegante: una scultura in movimento che offre due tipi di esperienza differenti".
"Imparare a utilizzare i nuovi strumenti digitali è stato probabilmente il principale ostacolo nel passaggio alla tecnologia digitale".
"Con l'Audi skysphere abbiamo creato qualcosa di magico, bello ed elegante: una scultura in movimento che offre due tipi di esperienza differenti".
Lo sviluppo di una concept car è anche un'opportunità per sperimentare nuovi processi per la produzione?
Sì, certamente. Ciò che impariamo nel processo di progettazione di una concept car confluisce poi nello sviluppo di veicoli di serie. Il poco tempo che abbiamo a disposizione per progettare una concept car ci spinge a essere creativi anche nel processo di lavoro. Dobbiamo trovare nuovi modi di lavorare per essere più rapidi ed efficienti nel breve tempo a nostra disposizione.
Audi skysphere è stata progettata in tre mesi e costruita in due. Non avrei mai pensato di assistere a tali tempistiche, tuttavia la digitalizzazione garantisce questa possibilità. Ci aiuta a progettare più rapidamente e aiuta anche gli ingegneri a dare vita alla nostra visione in tempi più brevi.
Inoltre, di solito, grazie a questo processo si imparano molte cose. Le sorprese e le emozioni lungo il percorso sono numerose: è un po' come essere uno stilista che prepara una sfilata per la settimana della moda. Le sue creazioni sono pezzi unici che difficilmente verranno indossati davvero, eppure sono lì per trasmettere qualcosa di sostanziale: tecnologia, stile, tendenze, visione futura per il marchio. Per noi di Audi è la stessa cosa. Con Audi skysphere concept, abbiamo creato qualcosa di magico, bello ed elegante: una scultura in movimento che offre due esperienze distinte. Il processo digitale è stato la chiave per realizzare qualcosa di così straordinario.