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Esperienza a bordo immersiva e utilizzo intuitivo

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Audi grandsphere concept offre esperienze innovative anche nell'interfaccia comunicativa tra veicolo e persona. Intervista ai designer dell'interfaccia utente: Xenia Sichwardt e Bartos Scharmach.

15.01.2024 Testo: Bernd Zerelles – Foto: Piotr Kożuch Momento della lettura: 6 min

Audi grandsphere concept: La vettura qui menzionata e mostrata è una concept car e non è disponibile come modello di serie.

Il designer Bartos Scharmach nel modello interno della Audi grandsphere concept.

Sig.ra Sichwardt, Sig. Scharmach: cosa contraddistingue un buon design di interfaccia utente?
Bartos Scharmach:
La risposta è molto semplice: deve essere incentrato sull'essere umano. Ciò significa che non è l'essere umano che deve adattarsi al prodotto, ma è il prodotto che si adatta alle persone. Quando parliamo quindi di design incentrato sull'essere umano, al centro vi sono i desideri e le esigenze dei nostri clienti. Lo scopo per il quale abbiamo sviluppato un prodotto dovrebbe sempre riguardare i desideri delle persone all'interno del veicolo. Queste dicono all'auto cosa desiderano fare e l'auto offre loro una serie di opzioni.

Cosa significa concretamente in relazione ad Audi grandsphere concept?
Bartos Scharmach:
Se, ad esempio, l'utente vuole rilassarsi, l'auto dovrebbe soddisfare questo bisogno e agire di conseguenza. Per questo motivo, abbiamo progettato l'interfaccia utente di Audi grandsphere in modo che non ci sia un menu statico, bensì contestuale. Così, se dico che voglio rilassarmi, l'automobile mi offre ad esempio la possibilità di guardare un film o di ascoltare musica rilassante. Mi propone però anche di scegliere un itinerario differente che offra più paesaggio, il che può contribuire a un maggiore relax.


Una serie di stampe con schizzi degli interni dell'Audi grandsphere sono appese a una bacheca.

"Il nostro compito si sta evolvendo dal design di un cockpit orientato al conducente a quello di un design orientato al vano passeggeri"

Bartos Scharmach

Il designer Bartos Scharmach sul modello dell'Audi grandsphere concept.
Ritratto di Xenia Sichwardt.

Audi grandsphere concept è stata progettata per viaggi di prima classe e per offrire il massimo comfort. Questo influisce anche sull'interfaccia utente?
Xenia Sichwardt:
Quando si parla del tema User Interface (UI) e User Experience (UX), come esempio si citano sempre i produttori di smartphone. La particolarità della nostra interfaccia utente e dell'esperienza utente è che non siamo limitati a una superficie, come succede nel caso di uno smartphone. L'abitacolo ci permette infatti di realizzare nuove possibilità di design. Questo è estremamente emozionante, perché possiamo fondere insieme materiali, architettura e design dell'interfaccia. Il risultato è un'esperienza utente che non si può creare con i più comuni dispositivi tecnici.
Bartos Scharmach: Audi grandsphere è stata progettata per un futuro in cui sarà prevista la guida autonoma. Ma cosa fanno i clienti quando non si trovano più in maniera attiva alla guida del veicolo? Questa domanda cambia praticamente tutto per noi. Come designer dobbiamo trovare nuovi modi per offrire esperienze che esulino dalla guida. Il nostro compito si evolve dalla progettazione di un cockpit orientato al conducente, a un design orientato al vano passeggeri. La plancia non rappresenta più il baricentro del veicolo. Ora tutto all'interno dell'auto (le parti laterali, il tetto, il fondo) si trova in primo piano. Si può riassumere così: in un veicolo come Audi grandsphere, che in futuro dovrebbe consentire la guida autonoma, abbiamo la possibilità di concepire gli interni per le persone ancor di più come ambiente di vita ampiamente personalizzabile.

Modello del concept Audi grandsphere con porte aperte.

Le proiezioni, al posto dei display classici ,consentono quindi di utilizzare l'intero abitacolo per migliorare l'esperienza delle persone a bordo?
Bartos Scharmach:
Audi grandsphere non dispone più di una plancia classica, così creiamo più posto e più spazio. Lavorando con proiezioni che mostriamo sulla superficie (in questo caso sul legno) dell'architettura interna, non siamo più vincolati a schermi rettangolari. Così, non sono più i designer a dettarci dove devono essere posizionate le interfacce, ma sono gli utenti a segnalarci che proprio e solo in quel punto deve essere posizionata l'interfaccia per l'interazione uomo-macchina. Noi vogliamo sorprendere. Chi entra nell'auto non vede display inattivi, né “aree nere morte”, come le definiamo noi. Non ci sono schermi, né display che creano un limite. In Audi grandsphere proiettiamo su determinate aree della superficie e possiamo ingrandire o ridurre queste aree a seconda della situazione. Il proiettore ci permette inoltre di proiettare ovunque, creando così un abitacolo vivo. E se si disattivano le proiezioni, non ci sono più cornici vuote.
Xenia Sichwardt: Il tema del design frameless, quindi del non limitarsi a una superficie vincolata a una determinata posizione, in Audi grandsphere è stato molto importante per noi. Offre la libertà di mostrare le informazioni dove si preferisce, nei punti in cui gli utenti ne hanno effettivamente bisogno. Ecco il significato del viaggio in prima classe: le esigenze del passeggero occupano il primo posto.

Come si integra la materialità in un'interfaccia utente?
Xenia Sichwardt:
Il nostro punto di partenza è stata la domanda: cosa succederebbe se non avessimo più display nel veicolo e invece lavorassimo con il maggior numero possibile di materiali naturali come il legno? Un pezzo di legno del genere è unico, è capace di generare sempre qualcosa di straordinario. E per noi designer dell'interfaccia utente è anche molto interessante esplorare questo nuovo tipo di rappresentazione. Cosa succede realmente quando uniamo proiezioni e materiali naturali? Che tipo di interfaccia è questa? Siamo tutti abituati alle superfici in vetro degli schermi. Le proiezioni sul legno rappresentano una nuova direzione. In fin dei conti noi esseri umani siamo abituati ai materiali naturali e ci sentiamo a nostro agio quando siamo circondati dalla natura.


Vista della console anteriore dell'Audi grandsphere con proiezioni.

"Il design frameless, il non limitarsi quindi a una superficie posta in una determinata posizione, è stato molto importante per Audi grandsphere"

Xenia Sichwardt

Esempi di elementi in legno sono disposti su un tavolo.
Proiezioni di diversi colori su un pezzo di legno.

Le portiere di Audi grandsphere presentano questa manopola in rilievo. Cos'ha di speciale?
Bartos Scharmach:
Si tratta di un comando innovativo che in modalità di guida attiva consente di selezionare diversi menù di funzioni, mediante manopola e tasti. In modalità autonoma si lascia il controllo al veicolo, non si è più dipendenti dal volante e dal suo ambiente circostante. I sedili possono quindi essere reclinati in una posizione molto comoda, con la conseguenza però di mettere fuori portata i comandi presenti nelle portiere. Ma per non dover rinunciare alle funzioni, abbiamo dovuto pensare a come rendere utilizzabile anche a distanza questa parte dell'interfaccia. La soluzione è il cosiddetto MMI touchless response, una combinazione di eye tracking e controllo gestuale. Stabilito il contatto visivo, si può eseguire lo stesso gesto che si userebbe per ruotare il dispositivo con le dita. Non lo si tocca, ma si può vedere che l'anello di comando ruota in risposta al gesto.

Bartos Scharmach mostra un gesto per azionare la risposta touchless dell'MMI.

La cifra stilistica del design esterno di un'Audi si riconosce immediatamente. Qual è la particolarità del design dell'interfaccia utente di Audi?
Xenia Sichwardt:
Ci lasciamo ispirare da altre culture. E in questo progetto abbiamo guardato in particolar modo alla pittura giapponese tradizionale, in cui vi è un principio di design che afferma: "Il vuoto abbraccia l'immagine". Abbiamo tratto tantissima ispirazione da questo approccio inverso al design. Non riempiamo quindi l'immagine con le informazioni, ma diamo alle informazioni spazio e leggerezza, in modo che, ridotte all'essenziale, acquistino maggiore importanza. In Audi aspiriamo sempre a una semplicità che sia al contempo elegante, per dirla con le parole di Dieter Rams: "Less but better".

Audi grandsphere concept
 
Der Audi grandsphere concept

Visione: futuro

Audi grandsphere concept è più di un'auto e non è sola. Fa parte di una famiglia di concept car con cui Audi progetta attivamente la mobilità premium.